Negli ultimi anni il settore della logistica e del trasporto italiano ha assistito a una crescente sistematica compressione dei margini: tariffe sempre più basse, contratti che premiano il prezzo al ribasso, competizioni basate più sul costo che sulla qualità. Come osservato in un recente approfondimento di Uomini & Trasporti, questa dinamica rischia di compromettere innanzitutto la sostenibilità delle aziende, la sicurezza dei trasporti e, in ultima analisi, la capacità di innovare.
Quando la domanda si focalizza esclusivamente sul prezzo più basso, il risultato è spesso un anello debole nella filiera logistica, che finisce per ricadere su costi nascosti: meno investimenti in formazione, veicoli non al passo, meno tecnologie, minore protezione per le risorse umane.
La qualità dell’offerta logistica è infatti direttamente proporzionale alla qualità della domanda: se i committenti chiedono puntualità, tracciabilità e sostenibilità, il mercato risponde. Se invece l’unico criterio è “chi offre meno”, l’intero sistema ne risente: riduzione degli investimenti, minor attenzione alle norme e al personale, aumento del rischio operativo e della precarietà.
Le conseguenze concrete della “logistica low cost”
Le aziende più fragili vengono spiazzate e molte cessano l’attività, riducendo la concorrenza sana.
Aumenta la diluizione del ruolo dell’autotrasportatore che da protagonista della filiera viene ridotto a semplice esecutore dell’ordine.
La mancanza di formazione, tecnologie e dotazioni adeguate compromette la sicurezza (il trasporto è secondo per infortuni mortali nel settore).
Essendo carente la richiesta di qualità da parte della committenza, non si attiva l’innesco virtuoso che porta al miglioramento continuo e all’aggregazione operativa.
La direzione alternativa: logistica di valore
Per costruire una filiera logistica con prospettiva, è necessario dare priorità a criteri quali affidabilità, sostenibilità, trasparenza e collaborazione. Operatori e committenti devono cooperare per promuovere modelli più strutturati: aziende che investono in tecnologie, formazione, mezzi adeguati e processi certificati; committenti che riconoscono la differenza tra “tariffa più bassa” e “servizio corretto”.
Alcuni suggerimenti emersi nel dibattito includono: incentivi per filiere logistiche sane, certificazioni ambientali e di qualità per i fornitori, meccanismi che valorizzano l’efficienza reale e non solo la quantità degli ordini.
Il nostro impegno in Da Canal
In Da Canal ci riconosciamo in questo approccio. Investiamo in mezzi adeguati, tecnologie aggiornate, formazione del personale e processi su misura per garantire alto livello di servizio e sostenibilità nel lungo termine. Nulla di tutto questo è possibile se la logica resta solo quella del prezzo più basso.
Siamo convinti che chi opera nella logistica non possa permettersi di inseguire solo il costo: bisogna costruire valore reale, giorno dopo giorno, per sé, per i clienti e per la filiera. Per questo, ogni scelta, dall’acquisto del mezzo ai processi operativi, si basa su criteri chiari e orientati al futuro.








